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Estensione .it quanto influisce nel posizionamento dei motori di ricerca

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E adesso vi parliamo del SEO e del posizionamento dei vostri siti a seconda dell’estensione che utilizzate.

Ossia la domanda che spesso ci poniamo è se conviene più un’estensione del proprio sito piuttosto che un’altra ai fini del SEO e relativa SERP nei principali motori di ricerca.

Facciamo un attimo di introduzione per meglio comprendere il meccanismo. Ossia noi parliamo di nomi di siti, ma in realtà le macchine operano in codice binario. Per codificare questo codice binario nel nome che noi riconosciamo si occupa uno specifico servizio di rete che si chiama DNS Resolver e che appunto traduce il codice binario in un nome. E’ una trattazione che ci interessa relativamente a voi basta sapere questo.

L’estensione di un sito WEB

Detto questo va fatto un passo successivo. l’estensione che cosa è? Semplicemente si tratta delle lettere, generalmente due o tre righe, che vedete alla destra dell’ultimo punto. Quindi nel caso del mio sito.

nome dominio . est

Il nome dominio è noirsolutions e l’estensione net. Le estensioni ce ne sono di ogni tipo, nazionali, regionali, indicativi di una rete, europei, di organizzazioni, no profit etc. etc.

Ovviamente fra i piu’ comuni a livello italiano ci sono it e com ed ultimamente eu.

Cosa significano. Nel particolare non esiste un significato specifico, ma solo un’indicazione di massima che gli viene data. Nello specifico

.it indica la nazionalità


.com indica un’azienda tipicamente americana all’inizio adesso è generico
.eu ossia sito che risiede in Europa

Estensione dominio .it

Esempio nome da assegnare come estensione ad un sito WEB .it con relativo DNS

Ovviamente come vi dicevo indica l’Italia e risponde direttamente alla legislazione italiana . Tale estensione è gestitata dai Registrar accreditati per esempio anche Aruba su cui è ospitato questo sito. Nello specifico in quanto regolato dalla legge italiania. Che prevede che questa estensione possa essere utilizzata unicamente da persone che abitano in Europa e che siano aziende o privati cittadini. Il dominio con estensione .it è di proprietà dello stato italiano che lo cede in gestione a voi. Che lo potrete rinnovare fino a quando volete. Quindi ogni webmaster che decide di prendere un dominio con estensione .it deve essere consapevole di avere il godimento di tutti diritti civili e penali e sarà sempre penalmente e civilmente responsabile di quello che pubblica. Ricordatevi che se faranno un Whois al vostro sito, risponderete direttamente voi.


Estensioni americane Com, Net , Org

lista di tutti i siti con tutte le possibili estensioni ad oggi utilizzate .it .net.com.name .org .biz. info etc. etc.

Com net e org sono tre estensioni che sono regolamentate dalla legge americana. Non c’e vincolo di residenza o limitazione di alcun tipo. Generalmente si ritiene com per le attività commerciali net per il network o org per le organizzazioni senza scopo di lucro. Ma sono indicazioni totalmente generiche.


Estensione eu

Non ha un vero e proprio proprietario è gestito da un consorzio Belgio, Repubblica Ceca, Italia e Svezia. Al momento non sono introdotte limitazioni particolari.

Rimane il fatto che cmq poi sono più che altro limitazioni teoriche.

Estensione e posizionamento nel motore di ricerca

Veniamo al posizionamento dei motori di ricerca. Anche qui il discorso è alquanto labile. In linea di principio è logico pensare che un dominio che tratta argomenti italiani abbia estensione .it , ma i motori di ricerca cosa ne pensano.

La linea di pensiero dominante porta a pensare che l’estensione .it influisce nel serp di Google. Ma che la sua influenza sia marginale. Ossia ci sono dei parametri principali che costituiscono il posizionamento di Google

Ovviamente poi dietro queste quattro linee guida se ne nascondono molte altre.

Diciamo in questa maniera a parità delle linee guida sopra scritte fra due siti , può diventare determinante anche l’estensione per il posizionamento del vostro sito nel Serp di Google.

Validatori HTML cosa sono e a cosa servono

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La convalida è un processo che confronta un documento con una serie di regole, come Document Type Definition (DTD) uno schema  XML o qualsiasi altro principio che descriva in maniera esplicita la sintassi la convalida controlla il markup e il contenuto del sito in base alle regole che lo governano , segnalando tutte le deviazioni che riscontra.

 

In genere l’autore di un documento segue questo processo di Validazione HTML

Validatore HTML

 

  1. Crea un documento HTML con un editor HTML. Per esempio immaginate di creare un file chiamato lamiapagina.htm  venga ispezionato e verificato.
  2. Se vengono rilevati problemi o errori di sintassi, il validatore li segnala in una versione commentata del document HTML originale
  3. Se il validatore segnala degli errori, l’autore li corregge e sottopone di nuovo il documento alla convalida

 

A  volte infrangere le regole HTML è l’unico modo per fars si che la vostra pagina venga vistualizzata correttamennte anche dai browser più datati. Ma le regole dei documenti esistono per un motivo: un markup HTML non standard o scorretto spesso produce risultati strani o imprevedibili.

 

I browser sono soliti perdonare gli errori di markup la maggir parte riesce infatti a identificare le pagine HTML prive dell’elemento <html> . Ma in futuro i linguaggi di markup potrebbero diventare cosi’ complessi e precisi che i browser non saranno in grado di capire se state pubblicando in HTML o in un altro linguaggio di markup.

 

Per risparmiarvi eventuali problemi in seguito, la soluzione è semplice: scrivete il markup in modo corretto fin dall’inizio.

 

La convalida HTML è inclusa in molti editor HTML , tra cui Dreamweaver e tutti gli altri strumenti di WYSIWYG  e assistenti HTML , che abbiamo menzionato  all’inizio di questo capitolo.  Potgete trovare i validatori sui sisti seguenti.

 

 

  • Validatore W3C offre un sistema di convalida gratuito basato sul Web che puo’ essere scaricato all’indirizzio http://validator.w3.org . Fornisce risultati dettagliati sulle incongruenze e gli errori trovati nei vostri documenti finchè non li correggete tutti. Include, inoltre l’opzione per visualizzare il codice sorgente commentato, affinchè possiate vedere esattamente dove si trovano gli errori. E’ un ottimo strumento ed è davvero un sito WEB solido e funzionale .
  • Validatori Integrati Molti degli strumenti di cui abbiamo parlato in questo capitolo, tra cui HTML KIT , Home Site, Dreamweaver e BBEdit, offrono funzioni di convalida HTML. Utilizzateli se li avete installati; installateli se non li avete.

Truffe on line :”Come segno di gratitudine per essere stato un Fedele utente di Google,” come evitarle

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E veniamo adesso a parlarvi di questa truffa telematica. Oggettivamente. Ha svariati nomi. Truffa Google Samsung , Apple, Samsung Galaxy S9 , Iphone , etc. etc. Insomma come avrete capito si presenta sotto varie forme. Ma sempre vi verrà detto che avrete vinto un cellulare delle marche piu’ blasonate. Insomma siete stati fortunati.

Una schermata tipo di questa truffa telematica è la seguente.

Caro utente, congratulazioni!
Come segno di gratitudine per essere stato un Fedele utente di Google, il tuo indirizzo IP xxxxxxxxxxx è stato selezionato in modo casuale per ricevere un Samsung Galaxy S9 completamente GRATUITO.

Ma ce ne sono di altri tipi, dove avete vinto altri cellulari , l’unica cosa che rimane è che siete stati premiati da Google. Ovviamente il tutto è fatto per rendere credibile la trubba. Quello che segue invece è abbastanza standard.

Ossia avete vinto si, ma ad una condizione, è la condizione è quella di dover rispondere a delle semplicisissimi domande. Del tipo siete soddisfatti del servizio offerto, che compagnia telefonica avete o altro. Eppoi arriva la parte finale . Arriva il bello. Ossia fatti alcuni passaggi vi chiederà di pagare una somma irrisoria tipo 1 euro.

In realtà consegnandovi la vostra carta postepay o altro sottoscrivete un abbonamento mensile. E vi potranno prelevare fino a 40 euri mensili.Truffa telematica on line cellulare Samsung o Apple Iphone su Google

Come bloccare questo abbonamento?

Beh rivolgendovi ai vostri fornitori del credito . Quindi dovrete fare presente alla vostra banca di non consentire questo tipo di transazione. Oppure chiudere quel conto postpay e aprirne un altro.

 

Consigli utili per evitare truffe telematiche.

Truffa telematica on line cellulare Samsung o Apple Iphone su Google

Vi diamo qualche dritta perchè queste truffe accadono  con una cadenza superiore a quello che pensiate. Con l’aggravante che una volta andate in porto difficilmente riuscirete a ritornare in possesso dei vostri soldi. Anche perchè è palese che serve una denuncia verso siti spesso ospitati in paesi dove nemmeno è previsto il reato..non dico l’estradizione.  Poi i conti spesso sono ospitati presso siti dove c’e’ il completo anonimato etc. etc. Insomma una volta che avete immesso le vostre credenziali siete irrimediabilmente fregati , questo è. Allora come evitare?

 

 

Come evitare le truffe on line

 

 

  • Purtroppo al mondo nessuno vi regala nulla e questo vale specialmente in rete. Quindi se qualcuno vi dice che avete vinto qualcosa c’è già qualcosa che non torna. Iniziate già a pensare a una truffa.

 

  • Mai dare i propri dati personali in rete. E’ preferibile sempre utilizzare un VPN che vi rallenterà in parte ma se non altro vivrete sogni piu’ tranquilli. In quanto non cederete le vostre informazioni ai siti visitati.

 

  • A meno che non siate su dei siti di comprovata regolarità e conoscenza insomma i vari ebay etc. etc. Diffidate sempre, sopratutto se vi chiedono di mettere i dati della vostra carta di credito senza fare il redirect in siti specializzati per il pagamento vedi Sella etc. etc.  che garantiscono l’anonimato dei vostri dati immessi.

 

  • Se siete persone che fate spesso acquisti on line. Controllate il saldo anche on line della vostra carta di credito per vedere se ci sono dei movimenti che non avete autorizzato. Sappiamo che a prima vista questo sembra un consiglio banale , ma nemmeno vi immaginate quante sono le persone che lo controllano giusto un paio di volte all’anno. Oppure un momento prima di fare l’acquisto.
  • L’ultimo consiglio è figlio del precedente punto. Se dovete fare un acquisto andate sui siti di rete autorizzati. E non vi fidate MAI di quei siti che vi dicono che avete vinto.

Differenza Comunicato Stampa e Articolo

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Vediamo in questo articolo di fare chiarezza sulla differenza fra Articolo e Comunicato Stampa nel web.

Ovviamente come potete vedere si tratta di due termini che sono derivati dal gergo giornalistico, ma che oggi fanno parte del web a pieno titolo.

Per essere più precisi il web ha mantenuto il format che questi termini avevano nel mondo del giornalismo della carta stampata.

E’ solamente cambiato il dispositivo sul quale venivano utilizzati, ieri carta stampata oggi nel web.

Differenze fra articolo e Comunicato Stampa.

Comunicati stampa e articoli qual è la differenza nel web e come utilizzarli

Un articolo è quindi scritto per dare informazione ai lettori dell’avvenimento di un evento. Può variare al categoria di utilizzo che sia informazione, cronaca, gossip, sport o altro. Il suo unico scopo è quello di portare a conoscenza il lettore dell’avvenimento di un determinato evento.

Il Comunicato Stampa ha una funzione prettamente differente. Se l’articolo è scritto da un giornalista cartaceo o web, il comunicato è scritto da un’addetto stampa e ha una funzione puramente promozionale. Dove la figura professionale fa parte della ditta oppure viene è una figura professionale esterna che ha il compito di portare a conoscenza il pubblico o altre aziente di questa nuova iniziativa intrapresa dall’azienda.

E nel web cosa sono Comunicati Stampa e Articoli

Esempi di Comunicato Stampa e differenze nello scrivere un articolo
Sono sostanzialmente la stessa cosa. L’unica differenza sostanziale risiede nel fatto che Articoli generalmente si traduce con Article Marketing. Ossia sono dei siti specializzati che si occupano di pubblicare articoli che voi scrivete presso di loro con un link di ritorno verso il vostro sito. Che sostanzialmente è quello che a voi interessa.

Mentre il Comunicato Stampa anche nel web è esattamente quello che vi ho scritto sopra. Ossia un addetto stampa della vostra azienda che magari ha un sito web, si reca in siti appositi per promuovere una nuova iniziativa o prodotto della vostra azienda.

Per onore del vero oggi Comunicati Stampa e Articoli vengono spesso utilizzati a scopo di pubblicità ossia sono veramente pochi i siti che fanno quello che dovrebbero fare.

Nel caso non sappiate dove rivolgervi vi segnalo questa lista di siti dove potere fare Article Marketing.

Ransomware file-scrambling CTB-Locker Critroni cinque arrestati in Romania e sequestrati PC e dispositivi di Crypto valuta

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Torniamo adesso in questo articolo a parlarvi del ransomware file-scrambling CTB-Locker Critroni che infetta i siti e dei malware script che infestano il web e il vostro pc. Il tutto ovviamente gestito da cyber criminali che fanno questo hacking per estorcere denaro ai malcapitati

Ebbene ci sono delle interessanti novità .  5 persone sospettate di infettare i PC Windows con il ransomware e di estorcere denaro a più di 170 utenti in Europa e negli Stati Uniti sono stati posti agli arresti dall’Eurpol.

 

Arrestati Cinque Rumeni che utilizzavano  ransomware file-scrambling CTB-Locker Critroni per estorcere denaro.

Ransomware CTB-Locker Critroni l'Europol arresta cinque rumeni cyber criminali

Infatti la notizia di questa settimana è che una task force internazionale per la lotta al crimine guidata da Europol ha individuata il quintetto in Romania. Dopo un’accurata perquisizione ha provveduto al sequestro di parti di pc e dispositivi vari atti alla criptovaluta . L’indagine criminale è stata soprannominata Operazione Bakovia.

 

Dei cinque , tre sono stati individuati per l’utilizzo di e-mail di spam al fine di infettare i computer delle vittime con il file-scrambling ransomware CTB-Locker aka Critroni . Il software malware in questione una volta installato richiedeva denaro per ripristinare i file crittografati. Il tutto  è stato orchestrato dai suoi padroni tramite la rete anonima Tor.

Mentre gli altri due componenti della cyber gang sono accusati di usare il Celebre ransomware per estorcere persone negli Stati Uniti.

Tutti e cinque verranno accusati di accesso non autorizzato al computer.  Grave ostacolo a un sistema informatico. Uso improprio dei dispositivi con l’intento di commettere crimini informatici e ricatto.

Funzionari dell’Europol hanno detto che questo è un altro esempio di crimine-as-a-service in gioco: i sospetti presumibilmente hanno comprato il ransomware file-scrambling CTB-Locker Critroni da un gang di hacking e hanno accettato di condividere il 30 per cento di qualsiasi guadagno illecito.

L’agenzia per il contrasto della criminalità nel web ha anche insistito sul fatto che gli attacchi ransomware sono.

“facili da prevenire se si mantiene un’igiene digitale corretta”.

 

Ossia gli utenti e quindi voi che leggete tenete backup offline dei tuoi file. Non aprire allegati e-mail sospetti . Mantenete i sistemi completamente aggiornati e aggiornati. In quanto i ransomware vengono scaricati proprio in questa maniera.

Nel caso veniate infettati non pagate in nessun caso il riscatto. Dato che non vi è alcuna garanzia che gli estorsori decodificheranno i file criptati e il denaro finanzierà ulteriori attività criminali.

Anzi spesso e volentieri accade proprio il contrario. Ossia i Cyber Criminali non vi daranno alcuna chiave di decodifica in quanto potenzialmente potrebbero essere intercettati dalle forze di polizia web.

Differenza tra URI e URL e loro significato termine

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Spesso e volentieri leggendo nel web si assiste ad una vera e propria confusione terminologica e del significato fra URI e URL. Spesso e volentieri proprio partendo dal termine stesso. Cerchiamo quindi di fare un pò di chiarezza. Partendo proprio dal significato dei due termini.

  • URI è l’acrononimo di Uniform Resource Identifier e serve per identificare in maniera univoca una determinata risorsa del web.
  • URL è l’acronimo di Uniform Resource Locator e serve per identificare univocamente la locazione di una determinata risorsa. Ossia il suo indirizzo. Secondo il meccanismo di codifica RFC 3986 . la sua semantica è data da
protocollo://[username:password@]host[:porta]</percorso>[?querystring][#fragment]

Differenza fra URI e URL.

Differenza tra URI e URL
La differenza sostanziale esistenze fra le due sigle è il fatto che che un URI può essere classificato com URL. Ossia mi spiego meglio.

Un URI a sua volta si può dividere in

  • URL Uniform Resource Locator
  • URN Uniform Resource Name
  • URM Universal Register Machine.

Entrambi i tre termini possono passare senza alcun problema sotto la definizione generale di URI.

Quindi mentre nel caso di URL la forma accettata è tipicamente un indirizzo web , nel caso di URI sono forme comunemente accetate

ftp://ftp.esempio.com/rfc/rfc2408.txt -- schema per servizi FTP
http://www.math.unisi.it/faq/guida-faq/part1.html -- schema per servizi HTTP
mailto:master@unisi.it -- schema per indirizzi di posta elettronica
news:comp.infosystems.www.servers.unix -- schema per newsgroup e articoli Usenet
irc://irc.freenode.net/chat-it -- schema per IRC
usb://Samsung/SCX-4x21%20Series?serial=8P36BADL316673B.&interface=1-- Esempio di stampante in ambiente Linux

Mentre come URL valgono solamente i primi ttre. A questo punto credo che sia davvero tutto chiaro. Per ogni chiarimento non esistate comunque a domandare.

Inviare una PEC verso posta ordinaria come funziona

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E’ una domanda ricorrente se io ho una posta certificata posso mandare un messaggio email a una posta email ordinaria. Se mettessimo in forma di domanda la risposta sarebbe si. Ma purtroppo c’e’ un problema dovuta alla natura della PEC. Per comprendere meglio il funzionamento dobbiamo comprendere che cosa sia realmente una PEC Certificata e la posta ordinaria e il suo valore legale di legge.

Vediamo quindi di fare un pò di chiarezza.

Che cos’è la PEC o Posta Elettronica Certificata.

Come dice il nome stesso si tratta di posta certificata. Brevemente in quanto non è questo lo scopo di questo articolo. Lo facciamo per una migliore comprensione. Quando inviate una PEC si invia un messaggio certificato il quale viene messo in una Busta di Trasporto alla quale si applica una firma elettronica. Questa è la differenza sostanziale fra posta ordinaria e certificata. Questa firma ne garantisce la provenienza e l’inalterabilità. In un secondo momento il messaggio viene indirizzato al destinataria. Il quale in primis ne verifica l’autenticità della firma elettronica e dopo la consegna al ricevente. Il quale manderà un avviso di ricevimento informatico al mittente ossia voi. In questo modo la PEC ha volore legale che è stata ricevuta ed è inalterata ossia non ha subito cambiamenti nel trasporto. Per questo motivo la PEC ha lo stesso valore legale di una ricevuta con raccomandata A/R.

La traccia informatica di questo sistema viene conservato per legge negli archivi per 30 mesi. Come previsto dall’attuale sistema vigente in materia.

Quello che vi abbiamo descritto è quanto avviene fra due PEC.

Ma la domanda con cui appunto abbiamo iniziato l’articolo è se un messaggio viene mandato fra una Pec e non cosa succede. Adesso abbiamo gli strumenti

Invio Email da Pec a Posta ordinaria.

PEC Certificata e Posta Elettronica

Quando si fa questo tipo di invio tutto procede bene fino a quando il messaggio con firma elettronica non arriva a destinazione. Il sistema informatico del destinatario non possiede la chiede pubblica per decriptare la firma elettronica. Non è quindi in grado di autenticare e verificare l’inalterabilità del messaggio ricevuto. Per questo motivo il mittente non riceverà nessun messaggio di ricevuta consegna in questo caso. Quindi l’email sarà spedita ma non ricevendo il messaggio di ricevuta consegna non avrà lo stesso valore legale di una A/R ma solamente quello di un’email qualsiasi.

Da Email ordinaria a PEC

Facciamo anche l’ultimo caso, ossia supponiamo di volere inviare una email ordinaria ad un destinatario che abbia una Posta certificata. Cosa accade in questo caso? Semplicemente che il servizio del destinatario non riconosce quello che avete inviato e non solo non riceverà nulla , ma voi ricevere un’avviso di mancata consegna (MAILER-DAEMON)

Anti AdBlock e banner AdSense possono convivere per il TOS di Google?

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E adesso un articolo che riguarda Adsene e Adblock. Faccio subito una precisazione vi sto parlando unicamente del circuito di banner che fa riferimento ad AdSense. Ossia il circuito di Google. Per quel che ne so gli altri circuiti non hanno questo tipo di problemi.

Che cosa sono gli AdBlock?

AdBlock

Ovviamente se siete qui sapete benissimo di che cosa si tratta. Ma insomma un minimo di chiarezze non guasta mai. Quindi gli Adblock sono tutte quelle estensioni che si mettono nei browser al fine di non visualizzare più i banner. Ci sono Adblock ogni browser , Firefox, Opera, Chrome etc. etc. Addirittura Maxthone ne nasce con uno incorporato. Al momento l’unico a non averne uno è Microsoft Edge , ma insomma pare che ne sia pronto uno in fase di sviluppo.

Ma ormai il meccanismo di blocco dei banner è esteso a macchia d’olio. Pensate che WordPress ha plugins che bloccano i banner e altri che bloccano i plugins che bloccano i banner stessi. Riaffronteremo l’argomento fra poco, ma è diventata veramente una giungla ormai. Per colpa anche del fatto che il comportamento di Google ancora una volta è volto unicamente a tutelare il proprio interesse e tanti saluti per gli utenti AdSense che si sono visti dimezzati i ricavi.

Come sono nati gli AdBlock

Originariamente gli AdBlock nacquero con uno scopo lodevole. Ossia bloccare le pubblicità di tutti quei siti con banner eccessivamente aggressivi. Ricordo perfettamente ancora tutti quei siti dove praticamente era quasi impossibile navigare. A momenti si aprivano banner cliccando anche sulla barra di navigazione del sito. Insomma gli Adblock sono nati per risolvere un problema vero. Agli inizi infatti l’impostazione di Default era su Off. Ossia se volevi bloccare la pubblicità dovevi selezionare manualmente su ON. Ora invece di Default bloccano tutto , qualsiasi tipo di pubblicità.

AdSense e Anti Adblock possono convivere?

AdBlock versus AdSense

Che poi è la domanda che tutti si pongono. In primo luogo in questi casi si va a vedere il Regolamento TOS di AdSense. Data la regolarità in cui viene cambiato ultimamente dategli spesso un’occhiata. Personalmente l’ho letto tutto e non c’e’ nessun riferimento esplicito a AdBlock e a nessun altro meccanismo di blocco della pubblicità. Ma pare che a breve arriverà….

Quindi insomma la logica è andare sul forum di Adsense per informarsi direttamente alla fonte.

Ovviamente come è prassi, non ti risponde mai uno di Google Adsense, ma uno di quei profili che vengono ritenuti la Bibbia… e che lo sono anche oltretutto. La domanda posta è proprio quella che leggete sopra questo capitolo. Ve la esplicito meglio se io metto un Plugins di WordPress Anti AdBlock è consentito? Si tratta di quei plugins che rivelano se il vostro browser ha un estensione di blocco della pubblicità. Nel caso la risposta sia affermativa viene visualizzata una richiesta di togliere o disattivare questa estensione.

Ve la dico tutta , personalmente pensavo che non mi avrebbero fatto tante storie. Insomma per la mia regola personale, prima di fare capperate preferisco chiedere. Non dico in questo sito dove potete ben vedere non ho proprio messo la pubblicità, ma mi riferisco ai siti dei clienti che gestisco.

A mia totale sorpresa la risposta è stata no. Il motivo ufficiale non mi è stato dato, ossia uno di questi profili Bibbia, mi ha fatto intendere che avrei violato il TOS. Attenzione quando parlano i profili Bibbia su Google…. perchè quella è veramente la linea ufficiale della casa. E non sto qui a spiegarvi il motivo.

Leggendo un pò fra le righe perchè questi Anti AdBlock vanno a inficiare il lavoro di un altro prodotto di google, ossia Analytics. Personalmente mi è stata detta una cosa del genere…

“Se tua nonna va nel tuo sito e trova un Anti AdBlock non sapendo cosa fare , va via del tuo sito”

Tralasciando voglio proprio vedere mia nonna che va su un sito come questo…, ma è ovvio che se questa mia ipotetica nonna va su un sito che ti intima di disattivare le estensioni di blocco dei banner del tuo browser e non sapendo bene come fare abbandona subito il sito il lavoro di Google Analytics di sapere se il tuo sito è buono o meno se ne va a farsi friggere. E qui si aprirebbe non un discorso ma un gigante con tutta la normativa sulla privacy e su quello che si o non si può….Ed è questo il motivo secondo me perchè la forma esplicita del discorso non viene mai tirata fuori….

Come risolvere il problema degli AdBlock con i banner AdSense?

Quindi se il vostro problema è rispetto alle visualizzazioni effettive delle vostre pagine, notate un decremento di oltre il 30% delle visualizzazioni registrate da Google Adsense , il tutto è dovuto molto probabilmente al fatto che i vostri utenti hanno le estensioni di Blocco Banner su On. E se provate a mettere questi Anti Adblock che avvisano di toglierli potrete andare incontro anche al Ban da parte di AdSense.

Per la solita logica di sempre che Google fra un suo prodotto e voi utilizzatori di AdSense tende a privilegiare il suo.

 

Insomma in conclusione non potete mettere nel vostro sito meccanismi contro i blocchi dei banner per AdSense , mentre se utilizzate altre compagnie pubblicitarie non avrete di questi problemi. Questa è la situazione al momento. Onestamente in giro si leggono molte cose che fanno intravvedere che nel prossimo futuro tutto cambierà. Aspettiamo vediamo. Certo è che la situazione nell’immediato futuro per i pubblicisti di pubblicità si fa dura. Gli Adblock diminuiscono di un 30% rendimenti già diminuiti. In Italia di fatto esiste solo AdSense come circuito valido. Insomma il futuro del nostro Web non si presenta certo roseo.

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Strumenti gratuiti per testare la velocità del sito

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Dedichiamo adesso questo articolo ai siti che misurano le nostre prestazioni del sito. Insomma ci dicono quanto tempo impiega il nostro server soluzione hosting a caricare il sito per i nostri visitatori. Si tratta di una metrica molto uitlie in quanto ci permette di stabilire lo stato di salute del sito, ma anche cosa ne pensano i principali software e vedremo che non si tratta di una frase a caso.
Vi indico i principali 5 siti per misurare le prestazioni del vostro sito web. Questo non vuol dire che sono i migliori, sono tutti mediatamente buoni, ma sono quelli che io considero i più pratici.

Gooogle Page Speed Running

Page Speed sito di google per il test della velocità
Ovviamente se misurate le prestazioni di un sito quest non potete assolutamente prescindere dal tool ufficiale di Google, semplicemente rinominato Page Speed. Onestamente si tratta di un tool generico , rispetto ad altri tool, e anche le indicazioni non sono sempre specifiche e risolutive come in altri casi. Anzi quando viene identificato un problema non sempre ci sono anche le indicazioni per risolverlo. Ma indubbiamente essendo il riferimento usato da google per il vostro sito non potete farne a meno. Google Page Speed vi indicherà principalmente due metrice una per il vostro sito in formato tablet e una sempre del vostro sito in formato desktop. Con tre colorazioni differenti. Diciamo Rosso il vostro sito presenta dei problemi seri per le utenze, arancione problemi ma non insormontabili, verde sta ad indicare che il vostro sito offre una buona esperienza per il vostro sito.

Le metriche che considera sono moltissime, si va dal tempo di caricamento del sito al Csprite , alla distanza fra le immagini , alle ottimizzazioni delle stesse, al Leverage Cache, considera i CDN , e anche il tempo di Caricamento del primo byte o TTFB . Ma non è tutto infatti il parametro più importante di cui tiene conto è sicuramente se il vosto sito web è ottimizzato per i tablet o per i dispositivi cellulari di fascia alta che utilizzano android. Vi dico questo in quanto google ha deciso di penalizzare nel Serp quei siti che non cnsiderano questo parametro. Il test viene effettuato da un Server che risiede nel vostro paese. Non è un parametro trascurabile come vedremo.

 

 

GTMetrix.

 

GTMetrix testa la velocità del tuo sito con Yslow e Page Speed

A mio avviso è il migliore. Prende in considerazione fondamentalmente due parametri. O meglio testa il vostro sito secondo i parametri di Google Page Speed e Yslow e vi da i risultati. Il positivo di questo sito è che vi da delle indicazioni molto precise su come intervenire su come intervenire sul vostro sito per riparare la situazione. Ma non solo al pari di altri vi offre il waterfall ossia la capacità di vedere cosa carica e come lo carica. Non sono parole buttate la vento. Da qui infatti potrete verificare che il vostro sito carichi le risorse in maniera asincrona. La differenza è sostanziale, infatti è nella vostra convenienza che il vosto sito web carichi in maniera asincrona le risorse secondo la disponibilità di banda di cui potete usufruire. Detta in maniera più chiara considerate di dovere caricare image1.jpg e image2.jpg. In un caricamento sincrono il server prima caricherà image1 e dopo image2 , raddoppiando il tempo. Se il caricamento è asincrono e la banda è sufficientemente larga potete caricare image1 e image2 quasi in contemporanea in questa maniera dimezzerete il tempo. Di fatto infatti i siti che utilizzano il caricamento asincrono impiegano circa la metà del tempo. Gtmetrix vi spiegherà approfonditamernte come fare.
Vi saranno offerti anche molti altri servizi come il video che vi mostrerà il caricamento del vostro sito. Ci sono molti altri servizi , che potete consultare. Veniamo al lato negativo. Ossia il TTFB o tempo che è l’acronimo del tempo del caricamento del primo byte. Ossia il tempo che occorre ad un utente del vostro sito per inviare una richiesta di connessione al server e stabilire la connessione TCP/IP stessa e quindi inviare il primo byte. Vi ho dato questa spiegazione per farvi comprendere che se il sito che vi testa si trova dall’altra parte del mondo troverà un TTFB piu’ altro di quello che non troverà uno qui in Italia. Potrete vedere tutto questo nel waterfall dove vedrete un tempo considerevole nel rispondere alla richiesta get del vostro sito, primissimo parametro. GTmetrix purtroppo non considera molto l’europa e i siti che effettuano le prove sono generalmente in America , Australia, Asia ect. Probabilmente in futuro la situazione cambierà ma per ora è cosi.

 

Web Page Test

Sito per il test Web Page Test

Un altro ottimo sito per testare la velocità del vostro sito è sicuramente Web Page Test, che al contrario di Gtmetrix ha server anche in Europa e quindi vi può dare una metrica più accurata. Specialmente si appoggia in Olanda a Godaddy , il problema è che è risaputa la cosa e quindi sepsso vi potrete trovare con molti lavori in coda. Sicuramente Web Page Test è rivolto ai webmaster crudi e puri. Ossia indicazione cruda dei problemi che ha il vostro sito. Secondo cinque parametri che sono

  • First Byte Time o tempo di caricamento del primo byte di cui vi ho già diffusamente parlato
  • Keep Alive ossiva verifica sel nel tempo di verifica la compressione ha subito dei down, dei buchi di connessione
  • Compress Transfer ossia tiene conto se nella verifica utilizzate nel vostro server il modulo di compressione Gzip
  • Compress Image Tiene conto se le immagini sono scalate o meno e nel caso non lo siano di quanto si puù ridurre il peso dell’immagine stessa o la compressione, poi è ovvio che vi dovrete affidare a dei tool come Paint, Photoshop o plugin se utilizzate dei CMS per raggiungere il vostro obiettivo.
  • Cache Static Content ossia se il contenuto visualizzato proveniva da un file di cache (copia) oppure da un file generato con i dati provenienti dal database e quindi qeury etc. etc. Ovviamente il primo caso è da preferibile in quanto non occupa risorse del vostro server e quindi impiega minore tempo per visulaizzare i contenuti.
  • USE CDN ossia se le risorse che il vostro server caricherà per visualizzare il vostro sito sono tutte all’interno oppure sono esterne ( CDN )e quindi non appesantiscono il lavoro del server stesso. Anche qui non vi fate ingannare dal nome. I CDN devono essere seri e possibilmente nel vostro continente. Non andate ad acquistare CDN all’atro capo del mondo in quanto possono essere lenti , darvi di problemi di Keep Alive e avere quindi problemi con TTBF. Oltretutto talune volte questi CDN nel caso di caricamento di immagini hanno nel loro htaccess il blocco della risorsa anche per i crawler dei motori di ricerca. Insomma rischiate veramente di incasinarvi la vita.

Ping Dom

Ping Dom verifica la velocità del tuo sito
Un altro ottimo sito per testare la velocità del vostro sito è proprio Ping Dom , è molto pratico e essenziale, ma come dice un pò il suo nome fa proprio quello che dice, ossia inizia mandando un ping verso il tuo sito web e aspetta la risposta. Come Web Page Test offre inoltre il traceroute ossia la vita che i tuoi byte seguono per arrivare all’utenza finale. Punto di forza sicuramente di questo sito sono i DNS Health. Io lo uso principalmente per questo motivo lo confesso.
E’ molto rapito nel fare i calcoli del vostro sito e a fornirvi i risultati che sono subito nella forma di Waterfall. A prima vista magari appare meno sofisticato degli altri, è un progetto più recente , ma ogni volta che visito questo sito noto che introducono delle novità interessanti.

Quasi tutti, levando Google Page Speed , offrono la possibilità di loggarvi e monitorare il vostro sito, insomma sapere se funziona o meno quando non siete presenti davanti al PC. Ve lo consiglio non per trovare eventuali down che la casa che vi offre il servizio non ammetterà mai. Ma perchè potrete vedere tante altre cose. Ossia i DNS Primari correttamente settati e non dico altro per non fare polemiche…, se in determinate ore del giorno, magari in corrispondenza di quanto il server del vostro hosting ha maggiori richieste, il tempo di caricamento è accettabile…etc. etc.

Ovviamente ci sono moltissimi altri siti che offrono questi servizi come

  • BrowserMob
  • Which loads faster
  • Web Site Optimization
  • Show Slow
  • Site-Perf
  • Load Impact
  • OctaGate Site Timer
  • Zoompf Free Web Performance Scan

Io mi sono limitato a mettere unicamente quei siti che utilizzo io e che quindi ritengo per le mie esperienze più performanti, cercando anche di farvi capire un minimo a cosa servono e permettervi di potere un minimo interpretare i risultati che forniscono. Il discorso sarebbe molto vasto e molto complesso non è certo questo lo scopo di questo articolo. Ossia esplorare tutti i meandri  dell’argomento. Ma se volete potete contattarmi qui , oppure su Google Plus su Noirsolutions. Preferisco la seconda soluzione, in quanto qui lo spam è all’ordine del giorno…

 

 

 

Guida al linguaggio di Programmazione Ajax

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Guida al linguaggio di Programmazione Ajax

Senza tanti preamboli vediamo subito che cosa è realmente Ajax.

 

  • La capacità di Javascript di aggiornare parte di una pagina HTML senza che questa venga caricata nuovamente.
  • La capacità di Javascript di fare richieste tramite il protocollo HTTP.

in pratica quando si parla di Ajax è l’acronimo di Asynchronous JavaScript And XML ed è una tecnologia che risale al 2005. Non si tratta di una nuova tecnologia né di un’invenzione bensì di un concetto utilizzato per sviluppare applicativi avanzati e particolari quali Gmail, Google Maps o Google Suggest. Il concetto è in parte espresso nell’acronimo scelto, un utilizzo asincrono di Javascript che attraverso l’interfacciamento con XML, può permettere ad un client di richiamare informazioni lato server in modo veloce e trasparente, allargando gli orizzonti delle rich internet applications.

In pratica questa nuova invenzione riguarda principalmente il linguaggio HTML che prima ne era sprovvisto , di fatto poi è stato utilizzato anche da tutte le altre tecnologie vedi Aspnet , ma piu’ per moda che per altro, dato che le stesse utilizzavano già le tecnologie alternative che permettevano di ottenere una comunicazione client server di tipo asincrono…

Ma vediamo piu’ in particolare su cosa si basa questa asincronia. Prima quando facevamo le normali pagine statistiche che di fatto si potevano fare anche in php, una volta che il server aveva caricato nel nostro browser la pagina questa di fatto era statica, anche se realizzata in php, in quanto per potere modificare i dati in essa presenti dovevamo ricaricare l’intera pagina senza possibilità di fare altrimenti, con questa nuova tecnologia Ajax è invece possibile ricaricare solamente alcuni dati della pagina senza la necessità di ricaricarla per intero. Quindi si perde la sincronia fra quello che richiediamo noi , ossia una pagina web e la comunicazione del server. Questo è in soldoni quello che accade, per darvi un esempio proprio esplicito possiamo parlarvi delle chat che una volta caricata la pagina, esse aggiornano la pagina stessa, prima con php era possibile farlo solamente ad istanti sincroni , ossia dopo determinati periodi di tempo prestabiliti, ora con Ajax l’aggiornamento avviene quando un utente immette un messaggio nella chat, cioè si perde totalmente la sincronia, dato che non è possibile stabilire esattamente quando un utente decide di immettere nuovamente un nuovo messaggio.

Facciamo un primo esempio, guardate questo messaggio

<script>
function script1() {
var e = document.getElementById(“pluto”);
e.innerHTML = “Benone!”;
}
</script>
<div id=”pluto”>
Ciao come stai?
</div>
<input type=”button” value=”Esegui esempio” onClick=”script1()” />

 

e provatelo

Ciao come stai?

Osserviamo il codice esempioe ad utilizzarlo (basta premere il bottone Esegui esempio). Alla pressione del bottone il contenuto dell’elemento DIV che ha come id pluto viene modificato da “Come stai” a “Benone!”. Guardando il codice si capisce subito che farlo è molto semplice, questa è la funzione script1 che viene richiamata alla pressione del pulsante:

XMLHttpRequest

 

La peculiarità di una pagina Ajax è il fatto che questa si aggiorna senza la necessità di essere ricaricata, o al contrario che un evento generato dall’utente (come ad esempio la pressione di un tasto) causi una operazione sul server, in parole molto povere con Ajax non abbiamo la necessità di utilizzare il Form di Html..Infatti con questa nuova tecnologia è Javascript che può contattare il server spedendo e ricevendo informazioni senza che la pagina venga ricaricata. Adesso vedremo come fa nello specifico, ossia introduciamo l’oggetto XMLHttpRequest, relativamente nuovo dovrebbe risalire al 2006 e che ormai ogni browser moderno dovrebbe avere acquisito, tutti tranne Internet Explorer che al momento in cui stiamo scrivendo questa guida ancora non ne dispone ma si sta attrezzando. Niente paura Ajax cmq funziona anche con IE basta aggiungere un po’ di codice in piu’ vedremo come fare dopo. Per il momento facciamo finta che anche IE Fz con Ajax senza problemi.

Per fare questo esempio dovremmo ovviamente utilizzare anche una tecnologia server, ed utilizzeremo la piu’ semplice in assoluto , anche perché’ come si dice in questi casi il PHP lo conosce anche mia Nonna che è esperta di tecniche di Maglia e Cucito.

function CreateXmlHttpReq(handler)

 {   

var xmlhttp = null;   

xmlhttp = new XMLHttpRequest();   

xmlhttp.onreadystatechange = handler;   

return xmlhttp; 

} 

l’abbiamo cioè come si dice in gergo inizializzata, ma spieghiamo un attimo cosa di fatto abbiamo fatto

La funzione CreateXmlHttpReq prende in ingresso un solo argomento, una funzione, questa verrà attivata solamente quando ci sarà la richiesta. . Detto piu’ in soldoni , Javascript è un linguaggio che per l’input/output utilizza un modello basato sugli eventi. Appena l’evento si verifica Javscript entra in azione chiamando l’handler (ovvero una funzione che gestisce l’evento) apposito. Viene effettuata la richiesta all’HTTP e si rimane in attesa che ci siano novità, vi chiederete come? Beh di fatto tramite XmlHttpRequest che ha in se’ una funzione che ci avvisa quando l’oggetto che è stato mandato è cambiato, ossia per noi vuol dire che è stato elaborata una risposta.

Vediamo adesso come associargli una determinata pagina per il rientro.

var myRequest = CreateXmlHttpReq(myHandler);

myRequest.open(“GET”,”primo.php”);

myRequest.send(null);

 

 

Come potete facilmente immaginare questo script non fa altro che caricare il nostro handler e spedire una richiesta http con destinazione server, il file che intendiamo raggiungere si chiamerà primo.php, e vogliamo spedire con il metodo GET le eventuali variabili ma che vediamo al passo successivo in questo caso non mandiamo. A questo punto la richiesta parte e verrà gestita dalla funzione myhandler

 

function myHandler()

{      if (myRequest.readyState == 4 && myRequest.status == 200)

{          alert(myRequest.responseText);      }  }

 

Come vedete facciamo il controllo quando la nostra variabile viene caricato il valore 4 in quanto è l’unico che a noi interessa, ma è possibile che tale variabile assuma i seguenti valori

  • 0: uninitialized
  • 1: loading
  • 2: loaded
  • 3: interactive
  • 4: complete

Che sono di facile comprensione

0 quando la variabile myhandler non è stata inzializzata

1 quando sta caricando il valore o i valori nel server

2 quando li ha finiti di caricare

3 quando sta completando la risposta

4 quando l’ha completata

Quando il valore è 4 e l’HTTP assume il valore 200 ossia completato con risposta, ricorderete il codice 401 era non trovato, oppure il 403 risposta proibita etc. etc.

Mentre un esempio di file php presente sul server potrebbe essere

<?  echo(“Questi dati vengono dal PHP”);  ?>

e questo potrebbe essere un esempio al completo…

var myRequest = null;

function CreateXmlHttpReq(handler) {
var xmlhttp = null;
xmlhttp = new XMLHttpRequest();
xmlhttp.onreadystatechange = handler;
return xmlhttp;
}

function myHandler() {
if (myRequest.readyState == 4 && myRequest.status == 200) {
alert(myRequest.responseText);
}
}

function esempio3() {
myRequest = CreateXmlHttpReq(myHandler);
myRequest.open(“GET”,”primo.php”);
myRequest.send(null);
}
</script>
<input type=”button” value=”Clicca per lanciare la richiesta” onClick=”esempio3()” />

 

del codice html, vi avevamo già fatto notare che questo cmq non potrebbe funzionare in caso di vecchie versione di Internet Explorer per i quali bisogna ricorrere ai seguenti accorgimenti.

 

var myRequest = null;

function CreateXmlHttpReq(handler) {
var xmlhttp = null;
xmlhttp = new XMLHttpRequest();
xmlhttp.onreadystatechange = handler;
return xmlhttp;
}

function myHandler() {
if (myRequest.readyState == 4 && myRequest.status == 200) {
alert(myRequest.responseText);
}
}

function esempio3() {
myRequest = CreateXmlHttpReq(myHandler);
myRequest.open(“GET”,”primo.php”);
myRequest.send(null);
}
</script>
<input type=”button” value=”Clicca per lanciare la richiesta” onClick=”esempio3()” />

 

per la verità ci sarebbe da tenere presente anche un altro aspetto, diciamo un altro problema ma per non entrare troppo nel tecnichese ve lo evitiamo.

 

 

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