[insert_php]
[/insert_php]
[insert_php]
[/insert_php]
YOUR NAME
[insert_php]
<? echo $_GET[‘name’]; ?>
[/insert_php]
[insert_php]
[/insert_php]
Dedicato ai WebMaster
Vediamo adesso in questo nuovo articolo su PHP e Json come convertire un array dal primo linguaggio al secondo.
Consideriamo quindi una serie di esempi per meglio comprenderne il funzionamento
// Ciao Mondo $json = '["Ciao","Mondo"]'; $array = json_decode($json); echo($array[0]); // Ciao
Oppure nel caso di valori numerici del tipo
$json = [ 100, 500, 300, 200, 400 ] ; $array = json_decode($json); echo($array[2]); // 500 echo($array[5]); // 400
Ma vediamo un tipico esempio con un file json propriamente dato. Ossia nella sua forma dato valore. Del tipo
$jsonObject = '{ "Name":"Fabrizio", "Surname":"Simi" }'; $obj = json_decode($jsonObject); echo($obj->Surname); // Fabrizio
Dove potete vedere abbiamo introdotto la funzione json_decode() che appunto si occupa della conversione fra Json e PHP. E’ composta di due parametri una variabile e un valore boolean true per convertire in un file associativo. Di default è settato a false. Quindi con un esempio avremo.
$jsonObject = '{ "Nome":"Fabrizio", "Cognome":"Simi" }'; $assocArray = json_decode($jsonObject, true); echo($assocArray['Nome']); // Fabrizio
La funzione inversa è ovviamente json_encode che appunto converte il valore php in formato json.
E anche qui spieghiamo tutto con un semplice esempio. Ossia consideriamo il seguente array associativo in php
$arr = array(‘a’ => 1, ‘b’ => 2, ‘c’ => 3, ‘d’ => 4, ‘e’ => 5);
echo json_encode($arr);
Il nostro output sarà qualcosa del tipo
{"a":1,"b":2,"c":3,"d":4,"e":5}
ossia nel tipico formato nome valore. Per una guida esasustiva sul linguaggio trovate tutto qui a lato.
Nel linguaggio di programmazione PHP abbiamo due tipi di array differenti. Il modello di array semplice e assaciativo.
$array = array(); $array = [];
che è un modo differente per scrivere la stessa identica cosa.
Per visualizzare questo tipo di record ci sono principalmente due modi . Per esempio
$pallone = ['calcio', 'basket', 'rugby']; print_r($pallone);
L’esempio restituirà un output come il seguente:
Array ( [0] => calcio [1] => basket [2] => rugby )
Per visualizzare il singolo elemento dell’array bisogna fare
echo "Il mio pallone preferito è il " . $pallone[2];
Insieme all’array semplice il PHP propone anche gli associativi.
Sono particolari array in php che abbinano valori a stringa o valori ad altri valori oppure valori a stringa.
Facciamo un esempio chiarificatore.
$biografia =array("Nato"=>"Siena", "Residente"=>"Siena", "Altezza"=>"1.74", );
ancora una volta per visuliazzarlo basterà utilizzare la funzione print_r() e in questo caso con
print_r($biografia) ; Array ( [Nato] => Siena [Residente] => Siena [Altezza] => 1.74 [Renato] => 1988 )
mentre per visualizzare un solo elemento basterà
$biografia[Residente]
Questa operazione prende comunemente il nome di fetch di array PHP
Stiamo parlando quindi di funzioni molto potenti e per questo motivo il PHP associa tutta una serie di funzioni che vi descrivero’
Sizeof
Da come risultato gli elementi presenti in un array
quindi
echo sizeof($biografia)
darà come risultato 3
Unset
Rimuove un elemento dall’array
unset($biografia[Altezza])
Isset
Serve a testare l’array della presenza o meno di un valore da come risultato un flag boolena in caso affermativo.
isset($biografia[“Altezza])
Asort e Sort
Sono due funzioni che servono ad ordine in senso crescente gli array. Asort viene utilizzata per gli array associativi. La sua sintassi è la seguente.
asort[$biografia]
Se avete bisogno di altro potrete trovare tutte le guide che vi servono di lato
Vi parliamo adesso di questa nuova disciplina che è lo storytelling. Ossia l’arte del raccontare del narrare una storia. Che sia in ambito Web SEO, politico , aziendalista di management. Ma sopratutto vedremo come fare dello storytelling nel web marketing. Dato che nel web è ancora più complicato.
Questa disciplina ovviamente nasce in ambito politico come narrazione di una storia. Dove la storia era la vita dei vari personaggi politici che nel 2013 provano a vincere le presidenziali degli Stati Uniti d’America. Ma il primo esempio chiaro in ambito WEB è dato dallo Snow Fall ossia un articolo del New York Time che tenne in attenzione milioni di persone. E questo comprenderete quanto sia importante in ambito SEO WEB e di management aziendale. Infatti il tentativo ha avuto innumerevoli tentativi di replica , ma che al momento non sono andanti a buon fine. E questo vi fa comprendere che la disciplina non è esattamente semplice. Anche in Italia attualmente ci sono vari tentativi di replica con alterni successi.
Ora che beno o male abbiamo capito lo storytelling significato entriamo un attimo nel vivo della trattazione.
Ma partiamo da un esempio concreto in ambito aziendale per poi mutuarlo in ambito Web e quindi SEO.
Sicuramente conoscerete l’IKEA una notissima azienda che si è specializzata nell’arredamento a prezzi ridotti senza trascurare la qualità. Nella reclame del Natale , l’azienda ha voluto narrare che cosa rappresenta. Ossia bellissima casa, stupendi mobili, ma manca quel qualcosa…manca quel quid. Magari un domani potrai acquistarlo bellissimo in linea con gli stupendi mobili che hai, ma al momento hai bisogno di quel riempitivo che magari ti possa servire solo per un’esigenza temporanea senza spendere una cifra esagerata. Tutto questo l’IKEA ve lo ha raccontato con questa semplice reclame.
Che come potete vedere è proprio un racconto. Ossia è una tecnica per tenervi incollati al video fino alla conclusione.
Il fine ultimo è quello di fornire un imprinting ossia un ricordo di quella reclame. Insomma di farvene ricordare.
Ora questo in ambito Web e quindi SEO avrebbe poco senso. O minore. Ossia è bene che vi ricordiate di un articolo scritto da un’autore piuttosto che un altro ma vanno messi dei paletti.
Ossia il classico lettore WEB di siti per esempio di Gossip , Calcio, Televisione etc. etc. Non va alla ricerca della trattazione specifica dell’argomento. Si accontenta di trovare l’informazione che desidera e dopo lascia il sito.
La durata media di un visitatore nel vostro sito generalmente non dura un minuto. Quindi in quel minuto bisogna che questa informazione che ricerca gli sia fornita.
Con la tecnica dello storytelling magari si può cercare di modificare questo suo comportamento. Ma come?
Bene semplicemente facendo un racconto , e usando una tecnica narrativa standard. Ossia un format di uno storytelling dove l’utente possa sempre riconoscervi e magare gradire la trama che fate del vostro articolo.
Per esempio una buona tecnica fra Storytelling e SEO potrebbe essere. L’utente cerca un argomento generico WordPress. Quindi iniziate l’articolo infarcendolo di parole chiave per il motore di ricerca Google. E mentre inserite queste keywords iniziate a introdurre argomenti che potenzialmente possano interessare il vostro utente. Ossia del blog italiano, di temi , di download di guide etc. etc. Insomma argomenti inerenti o correlati a quelli per cui il vostro utente possa avere visitato quella pagina.
Poi piano piano iniziate a trattare l’argomento specifico, mostrate le problematiche , entrate nel vivo fino a che non arrivate a una conclusione finale. Qualunque sia l’argomento. Cosa avete fatto? Una Storytelling.
E avrete “costretto” l’utente a leggere tutta la storia fino alla fine. I benefici sono evidenti. L’utente rimarrà più a lungo nel vostro sito e quindi aumenteranno esponsenzialmente le probabilità di conversioni di pubblicità.
Ora questa tecnica qualcuno vedo che la mette anche sotto il nome di Content Marketing, ma insomma come la chiamate , la chiamiate l’importante è il risultato. Per me è una tecnica SEO.
Avete letto fino a qui? Allora ho fatto un buon StoryTelling. Mediamente un utente web legge le prime 5 righe di quanto vi ho raccontato.
Vi parliamo adesso in questo articolo delle nuove linee guida per il quality rating stabilite da google. E comprendere meglio anche il YMYL che altro non è che l’acronimo di Your Money , Your Life. Ossia quegli argomenti particolari inseriti nel SERP per i quali Google pretende che siano di piu’ elevata qualità possibile in quanto riguardano temi che possono condizionare la serenità, la salute e la stabilità finanziaria delle persone.
Dietro questa definizione abbastanza precisa si nasconde il fatto che per esempio per parlare di medicina è necessario che sia un dottore. Quando in teoria chiunque di noi potrebbe farlo ma senza cognizione scientifica della materia. E siccome l’aromgento è delicato è bene che lo faccia unicamente chi possiede le competenze. Ragionamento di Google che credo ognuno di noi possa condividere.
Ora ci rimane altro da fare che individuare quali sono le linee guida che permottono a Google di classificarci secondo quanto detto.
Parliamo quindi di qualità e nel particolare.
Diciamo che l’argomento può essere schematizzato da questa immagine di Google.
Come potete vedere il tutto raggruppa molti fattori e qui entrano in campo i quality rater in quanto google si è ormai resa conto che sono imprescindibili. Ovviamente si tratta di vere e proprie persone fisiche che si adoperano per dare una valutazione alla vostra pagina del vostro sito.
Come svelato da alcuni professionisti che in passato hanno svolto questo incarico per Google la richiesta principale da tenere conto era la chiarezza della pagina in relazione al suo scopo.
Dove lo scopo per cui l’articolo e di conseguenza la pagina web è stata scritta puo’ essere
quindi il primo indice di qualità di un sito è lo scopo. Deve essere chiaro cosa quella pagina fa. L’utente non deve essere “ingannato” con titoli fuorvianti o altre tecniche SEO considerate al limite dello SPAM.
A questo punto il Quality Rater procede ad una valutazione più generale del vostro sito. Ossia dopo avere controllato alcune singole pagine che hanno maggiori backlink secondo la tecnica sopra descritta: si passa a una valutazione di conformità generale del sito.
Qui viene controllato se il sito è conforme allo scopo per il quale è stato creato. Il controllo vero e proprio si basa su tre punti principalmente.
Ma non finisce qui , il valutatore dovrà infatti tenere conto anche di altri fattori per valutare il vostro sito. Nello specifico.
Si tratta di parametri generici. Vengono tenute in considerazione molti fattori. La correttezza della sintassi della vostra lingua, la semantica, l’autorevolezza dei link di ritorno al vostro sito. Inoltre in questo punto uno dei parametri che i quality rater vannoa controllare è la presenza delle voci Chi Siamo e Contatti.
L’usabilità per un sito web è diventato un vero e proprio must di Google e per questo attentamente valutato. In particolare si richiede il Need Meet ossia l’indice di valutazione on Mobile. Il sito deve essere “usato” perfettamente anche da chi naviga con un dispositivo smartphone di alta fascia.
La famosa reputazione Web che il vostro sito ha nel www è un’altro parametro del Quality Rating. E su questo parametro vige una certa perplessità in quanto si teme che questa valutazione venga fatta più che altro su parametri soggettiv e non oggettivi.
Mentre nel prossimo articolo tratteremo i siti YMYL
E vediamo adesso in questo nuovo articolo i modi per guadagnare con il Social Network Twitter. Se siete in questa pagina quindi probabilmente avrete cercato qualcosa tipo Sponsored Tweets come funziona, amazon affiliazioni. Oppure avrete cercato circuiti di banner di affiliazioni come ad ly o avrete comunque cercato di capire come si guadagna.
In sostanza si tratta di guadagnare con i codici di affiliazione di Twitter. Pubblicando qualche messaggio pubblicitario di tanto in tanto.
In primis sicuramente occorre avere un account presso questo social e che abbia molti fans a cui visualizzare le vostre offerte promozionali. Ma non solo. Infatti supponendo che non vogliate passare le giornate a scrivere tweet….., dovrete anche avere un meccanismo di pubblicazione automatica dei contenuti sul social network. La questione non è così semplice come potrebbe sembrare. Infatti se prima la pubblicazione sui social era di semplice applicazione. In quanti c’erano molti software che ci aiutaano in questo. Adesso ne sono rimasti pochissimi. Quindi se volete intraprendere questa strada createvi un account anche su dlvr oppure su buffer. Il secondo è più innovativo ve lo consiglio.
Questo è sicuramente il metodo più immediato per guadagnare con Internet. Ossia come vi ho scritto fin dall’inizio con la pubblicazione sul vostro profilo di link sponsorizzati da diverse case di profilazione degl ads.
Sicuramente non si può prescindere da Amazon. Uno dei network pubblicitari più potenti al mondo. In grado di rivaleggiare con Adsense. Questo gruppo paga con le commissioni sul venduto. Si va da un massimo del 12 %sui prodotti tecnologici a scendere. Alcune volte vengono introdotti per alcuni prodotti dei tetti massimimali sui 10 euro . Ovviamente per guadagnare occorrerà che i vostri followers acquistino su Amazon. C’e’ però il vantaggio che anche se non acquistano il prodotto sponsorizzato, ma acquistano un prodotto a seguito di una sessione aperta con la sponsorizzazione beneficerete in ogni modo di una commissione. Per maggiori informazioni su questo circuito
Un altro modo molto semplice e immediato per guardagnare con Twitter è sicuramente iTunes. Anche qui per partecipare dovrete iscrivervi al programma di affiliazioni facendone domanda e compilando il relativo modulo. Il meccanismo è praticamente identico a quello descritto con Amazon. Per informazioni
Un’altro modo per ottenere un guadagno con twitter è quello di pubblicare i video. Ossia vi iscrivete a programmi come Caosvideo o Guardalo prendete i video già creati all’interno dei siti o nuovi fatti da voi su Youtube, Vimeo etc. etc. Aggiungete una descrizione e il gioco è fatto. Ma i guadagni in questi secondi casi non sono elevati.
Un altro sistema per guadagnare con Twitter è sicuramente quello di utilizzare i circuiti Ad.ly e Rev Twt. Per farlo dovrete create dei profili dove indicherete i vostri interessi e gli inserzionisti che potranno poi decidere o meno se accettare la vostra richiesta.
Il pagamento è tramite PayPal al raggiungimento dei 20 dollari.
I follower di questo social sono un pò particolari. Nel senso che al contrario degli altri profili ci tengono ad una certa illibatezza del tweet. Questo implica che non saranno felici vedere i vostri messaggi pubblicitari. Quindi in primis vi consiglio di segnalare a loro che nel vostro profilo ci saranno le sponsorizzazioni eppoi cercate una buona targetizzazione. Insomma se il sito è di gossip non cercate di vendergli macchine e vicerversa. In quanto altrimenti correrete il concreto rischio di ricevere molte segnalazioni. Che possano portare anche alla chiusura del vostro account
Vediamo adesso come condividere gli stessi utenti fra 2 o più installazioni di WordPress.
Ossia come installare più CMS WP sullo stesso dominio server. Magari mettendo nello stesso sito nella home un’installazione e l’altra in un sottodominio. Insomma fare un qualcosa tipo multisite plugins. Ma ristretto a solamente due installazioni WordPress vediamo quindi come fare.
Vedo di dare qualche informazioni in più a quello che andiamo adesso a fare. Vogliamo fare in modo che gli utenti di un’installazione WP abbiano gli stessi ruoli e capacità di un’altra installazione WP sullo stesso sito ma con differente url.
Ovviamente per comprendere a pieno quello di cui andiamo a trattare dovete conoscere bene il funzionamento delle tabelle WordPress per questo vi rimando alla guida su WP che potrete trovare sulla costola.
Ora quella che vi sto per spiegare è unicamente una possibile implementazione, diciamo quella che secondo me è la più semplice. Ma non l’unica.
Quindi per raggiungere il nostro scopo è necessario che le due installazioni abbiano gli stessi utenti. Chiamiamo le due installazioni come installazione1 e installazione2
A questo punto andiamo nel file wp-config.php di installazione1 e modificihiamolo nel seguente modo.
$table_prefix='installazione1_'; define ('WP_DEBUG',true); define('CUSTOM_USER_TABLE',$table_prefix, 'users'); define ('CUSTOM_USER_META_TABLE', $table_prefix, 'usermeta');
In parte questa dicitura non sarebbe nemmeno necessaria per quello che andiamo a fare. Vediamone un attimo il funzionamento quindi.
Stesso discorso dovremo fare per la seconda installazione di WP ossia dovremo fare in modo che i dati dell’utente e i rispettivi ruoli siano archiviati negli stessi valori o recordo del database. Per fare questo dovremo fare qualcosa di molto analogo a quanto già visto.
$table_prefix='installazione2_'; define ('WP_DEBUG',true); define('CUSTOM_USER_TABLE', 'installazione1_users'); define ('CUSTOM_USER_META_TABLE','installazione1_usermeta');
Quello che abbiamo fatto è evidente ossia abbiamo forzato il WP ad utilizzare per la memorizzazione degli Utenti unicamente le tabelle installazione1_user e installazione1_usersmeta.
Questo garantirà che le due installazioni 1 e 2 vedano gli stessi utenti ma all’interno delle due installazioni i due utenti avranno ruoli differenti.
Per esempio un davide che si è registrato su installazione1 con ruolo Editore comparirà senza alcun ruolo in installazione2 e viceversa.
Questo perchè le capabilities i ruoli e le capacità sono memorizzati nelle tabelle
tab_prefix_capabilities tab_prefix_user_level
E ancora una volta bisogna fare in modo che per installazione1 e 2 siano le stesse….ossia il procedimento che abbiamo appena visto….Oppure che abbiano gli stessi valori. Seguiamo questa seconda pista.
Per fare realizzeremo un plugins che sia composto da questa semplice funzione
function unisci_utenti($user_id,$role){ $prefisso_1='installazione_1'; $prefisso_2= 'installazione_2'; $caps= get_user_meta($user_id, $prefisso_1, 'capabilities', true); $level get_user_meta ($user_id, $prefisso_1.'user_level',true); if ($cap) { update_user_meta($user_id, $prefisso_2,'capabilities',$caps); } if ($level) { update_user_meta($user_id,$prefisso_2. 'user_level',$level); } } } } add_action('set_user_role', unisci_utenti',10,2);
Se non conoscete le funzioni ovviamente le potete creare nella nostra guida nella costola dell’articolo.
In ogni modo questo semplice plugins che andrà messo in /wp-content/plugins non fa altro che intercettare il settaggio set_user_role che si attiva alla creazione di un nuovo utente e memorizzare i dati delle capabilities e level nel database con prefisso installazione_2 . Ovviamente questo per l’installazione 1 mentre per la seconda installazione dovrete fare lo stesso gioco cambiando il valore di $prefisso_1 con $prefisso_2
Il gioco è concluso. Vi chiedo scusa se troverete degli errori, ma ho scritto questa guida in maniera un pò frettolosa.
E trattiamo adesso l’argomento di come incrementare i vostri fans in una pagina facebook. Che è come dire avere tanti mi piace sulla vostra pagina fans facebook. Dove ovviamente i like sono i Mi Piace,
Ora vi spiegheremo tutti i vari passi che potrete seguire tutti o solo una parte di essi.
Questi sono i metodi principali che conosco, se ne avete degli altri aggiungeteli pure nei commenti.
Affrontiamo oggi l’argomento della sicurezza della nostre reti wifi. Ossia come craccare una password di una rete wireless.
Ovviamente le domande correlate sono craccare una rete wifi telecom o vodafone . Oppure se si tratta di un sistema operativo wifi windows, oppure craccare una rete wireless protetta.
Queste sono le domande che suppongo vi siate posti prima di approdare su questa pagina e a cui tenteremo di dare una risposta.
Ma la prima domanda che sicuramente vi siete posti è craccare una rete wireless è realmente cosi’ semplice?
La domanda sorge spontanea anche dalla credulità popolana di alcuni film americani dove un bambinetto riccioluto occhialuto clicca un paio di volte sulla sua penna e magica bula entra nel vostro sistema.
Ecco questa per quanto riguarda le reti WI-FI attuali fa parte ormai da tempo della fantasia.
Ovviamente per avere una rete sicura dovremmo prendere gli opportuni stratagemmi che adesso vi indichiremo. Ma iniziamo dalle nozioni di base.
Vi ho parlato degli ISPN Wind, Vodafone e TIM in quanto goni Internet Provvider per le sue reti utilizza un algoritmo di crittograficazione delle password differente.
Questi algorimi per quanto efficienti non sono invulnerabili. E il tutto è anche in relazione al fatto che il vostro segnale arriva non solo a voi , ma anche ai vostri vicini. Che si spera sempre siano delle brave persone e non qualche hacker malevolo…
Attualmente l’algoritmo per le reti WI-FI più utilizzato è il WPA2-ES , sicuramente ottimo ma non violabile. Mentre più vulnerabile risulta essere il precedente ancora utilizzato purtroppo.
Ora tutto quello che seguirà adesso ve lo indico unicamente a scopo didattico. Ossia capire come funziona il nemico per comprendere come difendersi.
In realtà non è esattamente un programma ma una distribuzione linux portatile ossia installabile da chiavetta USB. I comandi sono in linux e da terminale o riga di comando. Pesa 3 GB circa e rappresenta sicuramente il modo più efficace per craccare una rete. E’ inutile che ve ne indichi altri. Uno perchè questo è il più efficiente e inoltre in quanto non è lo scopo di questa guida.
Si tratta di Applicazioni abbastanza comuni su Android come Wi-Fi Recovery e WiFi WPS WPA Tester oltretutto gratuite che con pochi passi ti permetteranno di collegarsi a reti protette con algoritmi WEP. Il tutto sfruttando vecchi database di vecchi Modem che venivano dati in comodato d’uso. Alice vi dice qualcosa?
Ci sono poi dei programmi mezzi trojans ossia script malevoli che aprono delle porte nel vostro pc da rete e installano programmi sul modello di WirelessKeyView per vedere tutte le password wifi installate nel vostro PC.
Per sapere che tipo chiave crittografica state utilizzando non dovete fare altro che andare su
Pannello di Controllo –>Rete e Internet –> Centro connessioni di rete e condivisione
cliccate sul nome della vostra rete e in seguito su sicurezza li sarà scritto che tipo di chiave crittografica utilizzata e nel caso se vi siete dimenticati potete anche vedere in chiaro la chiave inserita.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.